«Fino a quando il cristianesimo è sostenere dialetticamente e anche praticamente valori cristiani, esso trova spazio e accoglienza dovunque, ma là dove il cristiano è l’uomo che annuncia nella realtà umana, storica, la presenza permanente di Dio fatto Uno tra noi, oggetto di esperienza […], la presenza di Cristo centro del modo di vedere, di concepire e di affrontare la vita, senso di ogni azione, sorgente di tutta l’attività dell’uomo intero, vale a dire dell’attività culturale dell’uomo, questo uomo non ha patria”.» da “Uomini senza patria” di Luigi Giussani Attraverso incontri, testimonianze, spettacoli musicali e il semplice mangiare e bere, Bergamo Incontra Uomini Senza Patria, vuole testimoniare che quando l’uomo riconosce Cristo come Presenza reale, chiave di volta della sua visione sulla vita e sul mondo, allora è capace di incidere liberamente e positivamente sulla società intera.
“Qui e ora – Solo una Presenza rende l’uomo felice”: perché Cristo non è un nome del passato o una suggestione religiosa, ma una persona presente, qui e ora. Proprio per questo la potenza della novità cristiana si mostra attraverso il racconto e l’incontro con la vita di piccoli e grandi uomini, svelando così la sua origine: una Presenza. Una Presenza che riempie di significato la vita e di gioia il cuore dell’uomo, una Presenza in grado di scardinare il pensiero comune, l’omologazione dell’abitudine borghese, l’inganno del potere e delle ideologie.
È un’attrattiva che cambia la vita. Uomini e donne carichi di una umanità diversa che risvegliano il desiderio di bellezza, verità, giustizia presente nel cuore di ogni uomo. Testimoni tanto commossi dell’amore di Cristo da vivere con originalità, lealtà, intensità, passione e responsabilità il proprio lavoro, i legami familiari, l’amicizia, il tempo libero, insomma la vita di ogni giorno, istante dopo istante. Una originalità e una passione travolgenti, interessanti da capire e da scoprire. BergamoIncontra 2010 attraverso mostre, testimonianze, spettacoli e momenti di vita quotidiana – come il mangiare, il bere e il divertirsi – vuole documentare questa attrattiva; vuole essere un luogo in cui la fede cristiana “grida a tutto il mondo la passione per l’umano che le è propria” e che risponde al desiderio di felicità che primeggia nel cuore dell’uomo. Il titolo L’io rinasce in un incontro prende spunto dal quinto volume della serie L’Equipe della collana I Libri dello Spirito Cristiano edita da Bur. L’opera ripercorre le lezioni e i dialoghi tra don Luigi Giussani, fondatore del movimento ecclesiale di Comunione e Liberazione, e un gruppo di universitari negli anni 1986 e 1987.
Quando parliamo di famiglia, di figli e la vita sembra prendere una strada misteriosa, a volte dolorosa e incomprensibile, dove ci appoggiamo veramente, cosa resta a tenere saldo il cuore? Quando pensiamo a lavoro, cultura, carriera, quando ci occupiamo di politica, giustizia, società e le contingenze storiche, insieme ad accadimenti discordi, disilludono aspettative e buoni propositi, in cosa al fondo riponiamo le nostre speranze? Quando tutto trova il suo posto fecondo nella nostra vita, tra gioie e dolori, quando il cammino attraverso le intemperie si fa saldo e procede sicuro, cosa rende sempre più decisi i nostri passi e certo il futuro? In fondo, cosa abbiamo di più caro? Cosa realmente tiene salda la nostra vita, cosa – o Chi…- la rende lieta, certa e feconda?
La sfida che poniamo è rivolta all’uomo che non rinuncia a niente del suo umano, ma usa la sua ragione, la sua intelligenza, la sua affezione, la sua libertà per cercare ciò che soddisfa realmente la sua vita. L’edizione 2012 di BergamoIncontra chiede a ciascuno di prendere posizione e di dire se abbiamo incontrato qualcosa che è in grado di rispondere a tutta l’esigenza che siamo, di sfidare tutta la vita e renderla gustosa.
«Non esiste più il banale: nella normalità del vivere domina il rapporto con l’infinito». Questa è la natura del cristianesimo. Ecco il filo conduttore dell’edizione 2013 di BERGAMOINCONTRA che prende il titolo dall’ultimo libro di don Luigi Giussani pubblicato ad aprile da Rizzoli: Un evento reale nella vita dell’uomo. Due mostre sono quest’anno il cuore della manifestazione. “VIDERO E CREDETTERO. LA BELLEZZA E LA GIOIA DI ESSERE CRISTIANI”: il contesto nel quale viviamo, secondo la felice formula di Péguy, “è un mondo dopo Gesù senza Gesù”. La mostra, realizzata da Itaca Eventi, propone un percorso che intende mettere in luce i tratti essenziali della fede come una possibilità attuale per ciascuno. “L’IMPREVEDIBILE ISTANTE. GIOVANI PER LA CRESCITA”: giovani nella scuola, in università e nel mondo del lavoro. La mostra, realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà, descrive un momento cruciale della vita personale e sociale, quella in cui un popolo progetta il suo futuro e la versione presentata a BergamoIncontra è arricchita di testimonianze e interventi dal territorio bergamasco.
BergamoIncontra nasce nel 2008 come iniziativa di testimonianza e gratitudine generata dall’incontro con il carisma di Monsignor Luigi Giussani. Nel corso degli anni si è sviluppata, attraverso incontri con la città e non solo, imprevisti e imprevedibili, in un cammino verso la scoperta del Destino di tutte le cose. Titolo della VII edizione è “Come si fa a vivere?”; attraverso incontri, mostre e spettacoli, vogliamo mettere a tema una domanda che fa emergere il desiderio vero e ultimo sulla vita intera e fa sorgere la speranza di incontrare, conoscere e seguire ciò che più corrisponde al cuore umano rendendolo pieno di soddisfazione.
Attraverso dibattiti, mostre e spettacoli, vogliamo riflettere su questa domanda che racchiude ogni azione dell’uomo. Cosa muove le persone nel compiere ogni singola azione, dalla più banale, come l’alzarsi al mattino o il mettersi il vestito preferito, alla più complessa, come il decidere di abbandonare il proprio Paese in cerca di una vita migliore?
Il titolo della nona edizione è tratto dal Salmo 8: “Cos’è l’uomo perché te ne ricordi?”. È questa la domanda che il salmista rivolge a Dio: una domanda che ci introduce a tutta la dignità e la grandezza dell’essere umano. Partendo da questa domanda, attraverso tre giorni di manifestazione nel cuore di Bergamo, desideriamo aprire uno spazio di dialogo con la città per affrontare temi di attualità e imparare uno sguardo capace di abbracciare tutte le circostanze della vita.
Cosa basta al cuore dell’uomo? | 10° edizione
Oltre 5 mila presenze hanno animato il cuore di Bergamo, assistendo agli 8 incontri e ai tre spettacoli, vistando le due mostre e la libreria e partecipando ai laboratori per bambini.
“In questi tre giorni abbiamo posto un tema che ha toccato il cuore di ciascuna persona che è passata sul Sentierone – dichiara Tommaso Minola, presidente dell’Associazione – questo crediamo sia il motivo della grande partecipazione riscontrata quest’anno: dai passanti curiosi, ai relatori che si sono profondamente coinvolti, ai membri delle realtà associative cittadine che ci hanno sostenuto e aiutato nel realizzarla”.
Nella vita di ciascuno ci sono urgenze, ferite, domande, inquietudini, attese, soddisfazioni. Quando ci alziamo la mattina, quando andiamo a lavorare o dobbiamo fare i conti con l’educazione dei figli o con i problemi della vita, ognuno pensa a come affrontare le sfide che ha davanti. Perché vale la pena vivere? Cosa rende ragionevole e possibile portare il peso delle difficoltà? Ma anche quando le cose vanno bene, quando uno ha successo sul lavoro, quando ha una bella famiglia, tutto gira per il verso giusto, perché prende spazio una strana insoddisfazione? Proprio in queste situazioni, emerge il valore e la forza di un incontro, di una storia particolare, dove il nostro cuore riposa e può riguardare tutta la vita con gratitudine e speranza. Questa è l’urgenza che abbiamo tutti: trovare uno sguardo, un luogo, una compagnia che indichi una possibilità di risposta; che mostri una speranza per noi e per il mondo. L’XI edizione di BergamoIncontra vuole essere uno spazio di dialogo libero che parte dalla domanda dell’Innominato: Se lo vedessi, se lo sentissi? Dov’è questo Dio? (A. Manzoni, I Promessi Sposi, cap. XXIII), che diventa nostra, anche se formulata in modo diverso. Tre giorni insieme per scoprire – attraverso incontri, spettacoli, mostre, laboratori per bambini, momenti conviviali negli stand della ristorazione – una strada che possa esserci d’aiuto nella vita di tutti i giorni e un’amicizia con cui percorrerla.
Il tema nasce da una riflessione sul clima oggi diffuso di confusione e paura, che può essere sintetizzato dalla frase del sociologo Ulrick Beck (1944 – 2015): “Su una frase la maggioranza delle persone si trova d’accordo […] – Non capisco più il mondo –”, oppure dal rapporto Censis 2018, che arriva a descrivere gli italiani come ‘incattiviti’.
Di fronte a una situazione così chi non prova il desiderio di una vera novità? Ma come rimettere in moto di nuovo il nostro cuore? Abbandonare cinismo, delusione e ricominciare a sperare? Come riavviare un dialogo?
Rispetto a tali interrogativi una frase del Vangelo ci è sembrata pertinente e incalzante, tanto da proporla come titolo della manifestazione di quest’anno. Ė la domanda di Nicodemo a Gesù: “Può un uomo rinascere quando è vecchio?” Come Nicodemo anche noi spesso ci ritroviamo chiusi nella nostra cultura, nei nostri pregiudizi, condizionati dalla mentalità dominante, ma non riusciamo a soffocare la necessità che qualcosa di nuovo riaccada, che la vita possa rifiorire continuamente.
Attraverso incontri, mostre, testimonianze desideriamo portare il nostro contributo per percorrere una strada insieme a chi, come noi, condivide la domanda di Nicodemo.
In questo momento storico, così drammatico e travagliato, affermare che l’antidoto ai problemi del mondo e ai propri drammi è “la persona” pare poco, pare ingenuo. Servirebbe molto di più, vien da pensare. Perché invece è così decisivo? Che cosa permette alla persona di stare davanti a tutto e a tutti senza temere, senza cedere, libera e lieta?
Sono questi gli interrogativi che ci interessa mettere a tema nella manifestazione che, dopo due anni di pandemia, proponiamo in presenza nello spazio Polaresco di Bergamo. Ai testimoni – in vari ambiti – che inviteremo, vogliamo chiedere: in che cosa consiste e che tratti ha l’io che può cambiare se stesso, la sua storia e quella del mondo?
Le sfide che abbiamo affrontato negli ultimi anni ci hanno permesso di renderci conto che la nostra autosufficienza e autonomia non bastano per stare di fronte alla vita e agli eventi, belli o brutti che siano, che ci interrogano e ci colgono di sorpresa ogni giorno.
Desideriamo non mettere a tacere quell’inquietudine e le domande che nascono dentro la vita di tutti i giorni: la serenità in famiglia, il lavoro, l’educazione dei figli, la malattia, la morte, la guerra, la crisi economica.
Abbiamo bisogno di legami veri e genuini per affrontare queste provocazioni; non ci accontentiamo di risposte confezionate, ma desideriamo amici con cui cercare insieme una strada, luoghi e volti che permettono il riaccendersi di una speranza.
Bergamo [incontra]