Con la forma del romanzo epistolare Nicodemo racconta a Giusto, suo antico maestro e amico, le sue più intime vicende familiari (l’amore, la malattia e l’agonia della moglie) intrecciandole con il racconto della vita di Gesù, un uomo che lo affascina e lo interroga. Nicodemo è ferito dalla malattia della moglie e giudica questa prova ingiusta e un ostacolo alla sua realizzazione. Tuttavia proprio la sofferenza di Ruth lo obbliga ad uscire dal “già saputo”, per cercare qualcosa o qualcuno che lo possa salvare, che risponda al suo vero desiderio di compimento. Il romanzo di Dobraczyński, dopo più di 60 anni dalla sua uscita, in un mondo pieno di ferite come il nostro, si presenta come una novità, perché documenta che proprio dalla ferita può diventare possibile anche per noi intercettare il vero.
Partecipa:
Michele Campiotti, membro del Consiglio di Presidenza di Comunione e Liberazione
Con l’ incontro serale ci aiutiamo a entrare nel vivo del tema della manifestazione per scoprire insieme l’attualità della domanda di Nicodemo: in una situazione come quella attuale, dominata da confusione, smarrimento e sempre più spesso da paura, come trovare la forza di resistere, la volontà di cambiare? A chi guardare? Come non soffocare il desiderio di una vera novità? Ma è ancora possibile crederci, abbandonare il cinismo, la delusione e ricominciare a sperare?
Partecipa:
Jesús Carrascosa, docente di filosofia
Membro del Consiglio di Presidenza di Comunione e Liberazione.
Docente di filosofia
Bergamo [incontra]